Boom degli influencer e analfabetismo funzionale. C’è un legame?

L’incapacità di saper utilizzare in maniera efficace le proprie abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle faccende della vita quotidiana pare – dati alla mano – riguardi 7 italiani su 10. Un fenomeno che i linguisti definiscono analfabetismo funzionale e che, pur nelle sue infinite sfumature, ci riguarda tutti: utenti del web e non.

Visto che, per chi vi scrive, è sabato mattina e sono ancora davanti ad una tastiera invece di sfrecciare per sentieri in sella ad una bici, sarò molto cattivo e parlerò malissimo degli influencer. No. Scherzo. Anzi, diciamo subito una cosa: la figura degli influencer sarà centrale per qualsiasi strategia di marketing da qui ai prossimi n anni e vi posso assicurare che esistono delle figura dalla professionalità esemplare, gran lavoratori e davvero bravi.

Fatta questa doverosa premessa mi sono chiesto se potesse esserci una correlazione tra l’ascesa di questa figura e l’incapacità di comprendere interamente un testo di media complessità. Chiederselo è un obbligo anche per chi, come noi, si occupa di realizzare siti web e di creare contenuti.

Dobbiamo prendere in considerazione anche un altro dato fondamentale: la gente – tutti noi – andiamo di fretta, abbiamo poco tempo e non ci soffermiamo su uno scritto se non lo stretto necessario per intuire di cosa parla. Solo nel caso in cui susciti in noi curiosità continueremo la sua lettura.

Se, per esempio, siete arrivati a leggere fin qui, alla parola numero 228 di questo post, significa che è scattata in voi almeno la curiosità di capire dove voglia andare a parare lo scrivente ed eventualmente se sia il caso di chiamare un medico oppure no…

Se sommiamo assieme queste due evidenze – difficoltà di comprensione e lettura iper-velocizzata – la presenza di una figura che faccia da medium tra i contenuti ed il volgo appare senza alcun dubbio molto vantaggiosa. Se non capisco qualcosa tendo spontaneamente ad affidarmi a chi, per popolarità ed autorevolezza, sembra saperne molto su quel determinato argomento a patto che lo sappia rendere semplice, comprensibile, intuitivo.

Cosa fa l’influencer? Innanzitutto non fa spot e marchette o almeno non dovrebbe fare così. L’influencer, detto in soldoni, è un soggetto che ha maturato esperienza e conoscenze in un determinato campo (astenersi tuttologi, tanto per intendersi), condivide le sue conoscenze e, grazie all’autorevolezza guadagnata sul campo, è in grado di influenzare le decisioni del suo pubblico, ossia delle persone che lo seguono e che, in un rapporto di assoluta empatia, si fidano delle informazioni che produce.

Ma allora c’entra o no l’analfabetismo funzionale? Ovviamente la domanda iniziale è volutamente iperbolica ma il nocciolo del discorso è questo: se le persone hanno sempre più difficoltà a capire il significato di un testo e sempre meno tempo per leggere allora c’è spazio ed opportunità per la presenza di un filtro tra loro e le informazioni oramai diventate complesse. Una figura che renda più digeribili i concetti, che semplifichi ed a cui si possa demandare anche qualche decisione.

E’ un bene? E’ un male? Difficile rispondere in maniera univoca ed è sicuramente utile che ognuno inizi a rifletterci ed a porsi queste domande, specie in presenza di fenomeni, come le fake news e molte altre “amenità”, che l’ambiente digitale comincia a produrre.

Saper riconoscere le figure giuste e farsi percepire come le figure giuste. Questa è la sfida.

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